FONTI DEL DIRITTO - La Regola
Nel De Laude Novae Militiae ad Milites Templi (Elogio della Nuova Cavalleria, ai Cavalieri del Tempio), scritto da San Bernardo di Chiaravalle, su incarico di Stephen Harding, Abate di Citeaux, tra il 1128 (anno del Concilio di Troyes) e il 1136 (anno della morte del primo Maestro Generale dell’Ordine, Hugues de Payns, cui fu dedicata l’opera), sono mirabilmente tracciati i fondamenti per la nuova spiritualità monastica e cavalleresca, contemplativa e pugnace, che caratterizzerà la vita gloriosa della Paupera Militia Christi, al servizio della Chiesa e del prossimo.
Dal De Laude Novae Militiae ad Milites Templi nasce la Regola, con tutte le sue norme di vita personale, comunitaria e gerarchica, strumento di santificazione individuale e di realizzazione del Regno di Cristo nel nome del quale, insieme a quello della Vergine, la vita di ogni Cavaliere o Dama del Tempio ha un senso e uno scopo.
La Regola odierna è l’insieme delle norme statutarie e organizzative dell’Ordine. L’attuale Regola trae ispirazione dalla Regola Primitiva, quella approvata nel Concilio di Troyes del 1129, nonché dai Retraits, redatti intorno al 1160 circa, dagli Status (1230-1240 circa), dagli Egards (1257-1267 circa) e, ovviamente, dal De Laude Novae Militiae ad Milites Templi.
La Regola, adattata ai giorni nostri, si compone di quattro parti: la Charta Equitis, il Praeceptum, il Caerimonialis e la Appendix.
La Charta Equitis è una sintesi della Regola ad uso del Membro dell’Ordine, con particolare riferimento ai paramenti, alle aspirazioni ed al comportamento.
Il Praeceptum è il Regolamento vero e proprio, ossia quel complesso di norme e prescrizioni che regolano l’attività dell’Ordine.
Il Caerimonialis è quell’insieme di regole e consuetudini da applicare durante le cerimonie, sia pubbliche che private.
L’Appendix comprende i marchi e i loghi, registrati o acquisiti, dall’Ordine.
L’Ordine Templare al suo interno è basato secondo una scala gerarchica piramidale, mentre è caratterizzato da una particolare suddivisione – anche qui gerarchica – a livello territoriale.